LOTTA A TERRA ( Ne waza ) 

Nonostante pratichi la lotta a terra da circa 30 anni riesco ancora a stupirmi, divertirmi e giocare. Il Ne Waza ha una caratteristica particolare che non a tutti piace, è una pratica sincera. Mi spiegherò meglio: oggi il iudo si divide in Judo Sport e Judo tradizionale e fin qui basta scorazzare in rete per leggere migliaia di commenti in merito a queste due definizioni, la lotta a terra è presente in entrambe le forme di pratica ma in percentuale molto diversa, nel judo sportivo, dove la finalità è la vittoria ed il tempo a disposizione è al massimo 5 minuti effettivi, la lotta a terra viene vista come una perdita di tempo. Basta osservare un combattimento in televisione (rarissimi quasi come l’unicorno) per notare come chi viene proiettato in maniera maldestra e quindi non conclusiva al fine del combattimento, non viene seguito immediatamente dall’avversario per tentare un ippon a terra o se vien seguito è solo per prendere tempo e fiato e far passare dei secondi in cui entrambi i contendenti si riposano nell’attesa che l’arbitro dia il “mate” per far proseguire l’incontro in piedi. E’ ovvio che se la lotta a terra si riduce a questo anche il suo insegnmento si ridurrà ad una forma di resistenza passiva in attesa del “mate” e di conseguenza generazione dopo generazione anche i “maestri” tenderanno a non conoscerla più come quella meravigliosa e variegata forma di combattimento quale è in verità. Se invece si affronta la lotta a terra usando e cercando tutte le sue sfaccettature allora non solo anche nello shiai si avrà un’arma in più per concludere vittoriosamente il confronto, ma ci si arricchirà sempre di più di esperienza. Provocatoriamente chiamerò come “Ne Waza Mate” quella del judo sport e “Ne Waza” quella praticata nel judo. Il mio ultimo combattimento di shiai è stato il trofeo italiano della libertas per la categoria Master (avevo 40 anni) e l’ho vinto facendo 4 ippon su 4 incontri tutti a terra, avrei voluto vincere in piedi ma la posizione ” ponte” e l’ostruzionismo dei miei avversari non me lo hanno permesso.

A terra si può immobilizzare, strangolare e applicare delle leve articolari ci sono decine di posizioni finali da applicare sia a destra che a sinistra attraverso passaggi che cambiano e si evolvono in base a come si muove l’avversario in un numero di combinazioni incredibili.Questo bagaglio culturale non si trasmette attraverso i libri, il corpo deve sentire la pressione del nostro compagno e reagire di conseguenza: per conoscere la lotta a terra devi praticare la lotta a terra.

Matteo

mizudojo | corsi di judo per bambini e ragazzi c/o scuola elementare di via Enrico De Nicola 2, Milano